Come creare connessioni autentiche: il valore dell’esperienza nel mondo automotive. Intervista a Laura Tancredi

Passione, dettagli e inclusione: il viaggio di Laura Tancredi nel mondo automotive

A un anno dalla nascita di AWA, nella nostra rubrica #CambioDiMarcia abbiamo il piacere di intervistare Laura Tancredi, presidente e co-fondatrice dell’associazione insieme a Monica Zanetti. Con una lunga esperienza nel settore automotive, Laura ha lavorato al fianco di Horacio Pagani, occupandosi della promozione del marchio attraverso il Museo e l’Atelier. Oggi, oltre a guidare AWA, si dedica allo sviluppo di strategie commerciali, alla creazione di partnership e alla progettazione di esperienze immersive per il pubblico. In questa intervista ci racconta il suo percorso e la sua visione per un settore automotive più inclusivo.

Intervista a cura di Luca Greco (SEO Copywriter di Synesthesia)

Laura, come è nata la tua passione per il mondo dei motori?

Ho sempre seguito la F1 sin da bambina e, vivendo nella Motor Valley, è stato quasi impossibile non lasciarsi affascinare dai grandi marchi che hanno sede nella zona. Vedere queste auto straordinarie sfrecciare per strada è parte della quotidianità!

Il mio ingresso in Pagani è avvenuto per caso, inizialmente per una sostituzione maternità. Conoscevo l’azienda, ma non avevo mai lavorato nel settore. È stata un’esperienza che mi ha conquistata fin da subito: poter vedere da vicino come nascono queste supercar è stato il punto di svolta che ha acceso in me una vera passione”.

Dalla valorizzazione di un marchio iconico all’empowerment femminile nel motorsport. Nel tuo percorso professionale hai lavorato con una figura leggendaria come Horacio Pagani, contribuendo alla valorizzazione del Museo e dell’Atelier del marchio. Qual è stato l’insegnamento più prezioso che hai tratto da questa esperienza?

Ho imparato tantissimo lavorando a stretto contatto con Horacio e il suo team, così tanto che un’intervista non basterebbe a raccontarlo tutto! 

Ma c’è un insegnamento che mi è rimasto particolarmente impresso: l’attenzione assoluta al dettaglio. Horacio aveva – e ha – un’ossessione quasi maniacale per la perfezione, e basta guardare le sue auto per capirlo. Ogni lavoro deve essere visionato, controllato e rifinito nei minimi particolari, perché il cliente merita il massimo. Nulla deve essere lasciato al caso: prima di vendere un prodotto – o nel mio caso, un servizio – bisogna verificare ogni singolo aspetto con la massima cura.

Un altro valore fondamentale che ho appreso è l’importanza della collaborazione e della creazione di una rete solida tra colleghi, fornitori e clienti. Quando si sviluppano progetti così ambiziosi, l’aiuto di tutti è indispensabile. In Italia, a volte, si tende a proteggere il proprio “orticello”, mentre all’estero ho notato una maggiore apertura: quando si chiede supporto per un nuovo progetto, si comprende subito che il successo di uno porta benefici a tutti. È una mentalità che dovremmo adottare di più anche qui”.

Oltre al tuo ruolo di Presidente di AWA, oggi ti occupi di strategie commerciali, sviluppo di partnership e progettazione di esperienze per il pubblico. In che modo il marketing e gli eventi possono rafforzare il legame tra un brand e i suoi visitatori?

Il marketing e gli eventi possono rafforzare il legame tra un brand e i suoi visitatori creando esperienze coinvolgenti e memorabili. Attraverso campagne mirate e eventi live, il brand può instaurare un contatto diretto, stimolare emozioni positive e costruire una community attiva e fidelizzata. In questo modo, i visitatori si sentono parte del brand, rafforzando la loro lealtà e connessione”.

A proposito di “connessioni”. Parliamo di AWA, un progetto che mira a creare opportunità per le donne nel settore automotive, con particolare attenzione ai ruoli tecnici e operativi. Come è nata questa idea?

Questa idea è nata grazie all’incontro con Monica Zanetti. Non è stato un caso, anzi, l’ho cercata apposta. Conoscevo già la sua storia e volevo scoprire tutto su di lei e sul suo lavoro. Quando ho iniziato il mio percorso da libera professionista, desideravo ascoltare storie come la sua e condividerle con i turisti, accompagnando appassionati di automotive nella sua officina per tour dedicati.

Col tempo, però, siamo diventate amiche e abbiamo iniziato a collaborare, organizzando eventi insieme. In uno di questi abbiamo presentato un libro sulle donne che hanno lasciato il segno nel mondo dell’automotive, ed è lì che tutto è iniziato.

Ci siamo chieste: perché non trasformare questa attività in un’opportunità concreta per le ragazze che si affacciano a questo settore? Un punto di riferimento per chi cerca modelli, ispirazione e storie di donne già affermate nel mondo dei motori. Da lì, l’idea si è evoluta naturalmente, portandoci a immaginare corsi e attività pensate proprio per loro”.

AWA ha da poco compiuto il suo primo anno di vita. Com’è stato questo percorso e quali sono le sfide più grandi che avete affrontato?

All’inizio pensavamo sarebbe stato più semplice, ma abbiamo dovuto affrontare diverse sfide, soprattutto sul piano burocratico. Credevamo che, essendo un’attività senza scopo di lucro, il percorso sarebbe stato più lineare, invece è stato quasi come aprire una nuova azienda.

Il lato positivo? Ci ha permesso di viaggiare in lungo e in largo per tutta Italia, facendoci conoscere, promuovendo l’associazione e gettando le basi per qualcosa di significativo. Abbiamo partecipato a tanti eventi, incontrato persone straordinarie e, soprattutto, ci siamo davvero divertite nel portare avanti la nostra passione per il motorsport”.

Oggi AWA sta contribuendo attivamente a cambiare la percezione del ruolo delle donne nel motorsport e nell’industria automotive, aprendo la strada a maggiore inclusione, opportunità e riconoscimento del talento femminile. Puoi darci qualche anticipazione sui progetti e le iniziative di AWA per il nuovo anno?

NOOO! 😊
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