Benvenuti e benvenute alla nuova puntata della nostra rubrica #cambiodimarcia, in compagnia di Silvia Terraneo di “She Motori“, giornalista e test driver. L’intervista è tratta dall’episodio di “Il salotto di Wheels and Heels”, a cura di Anna Mangione. Durante l’intervista, Silvia ci racconta la sua passione e la sua carriera nel mondo dell’automotive.
Benvenuta Silvia! Partiamo dagli inizi. Come ti sei avvicinata all’automobilismo e come è nato il tuo progetto “She Motori”?
“Avvicinarsi al mondo dei motori è più facile di quanto si pensi: è una passione che accomuna tantissime persone. Nel mio caso, è successo quasi per caso. Da bambina giocavo con le macchinine, ma non ricordo di aver mai sognato la Formula 1 o le moto. La prima volta che misi piede in un autodromo avevo 22 o 23 anni: lavoravo come hostess durante gare di auto storiche. In quel periodo, incontravo spesso quelli che oggi sono i miei colleghi giornalisti, ma che allora accompagnavo a bordo di auto sportive.
Un giorno pioveva a dirotto e tutti erano scappati tranne me e un istruttore che mi propose di fare un giro su una vettura sportiva. Io, senza pensarci due volte, salii a bordo. Anche se guidavo piano, iniziai a prendere confidenza con la macchina e, in quel momento, pensai: “Da grande voglio fare questo”. Da lì è cominciato il mio percorso nel mondo dei motori, una lunga gavetta che mi ha insegnato tantissimo e che, in fondo, non è mai davvero finita.
“She Motori” è nato molti anni fa, quando lavoravo per la redazione della prima web TV dedicata al settore, “Car TV”. Ricordo che il mio ex direttore mi disse: “Silvia, non mollare mai”. Fu allora che lanciai il mio blog, in un’epoca in cui di siti simili ce n’erano davvero pochi. Iniziai pubblicando storie e interviste con i piloti, coltivandolo lentamente fino a farlo crescere. Poi sono arrivati i social, e con essi nuove opportunità. Già all’epoca avevo aperto il mio canale YouTube, sfruttando le competenze che avevo sviluppato in ambiti come il montaggio, l’editing e l’utilizzo delle telecamere.
Questo mondo mi appassiona da sempre: cerco di trasformare la mia passione nel mio lavoro. Non è semplice, come in ogni settore, ma ogni giorno trovo la forza di reinventarmi e di affrontare nuove sfide”.
Come hai detto, hai iniziato aprendo un blog in un’epoca in cui internet era ancora agli albori. È stata una bella avventura. Sei passata dal dietro le quinte all’essere davanti alla telecamera. Come è avvenuto questo cambiamento? Quando hai capito che quella era la tua strada?
“In quegli anni gli smartphone non esistevano ancora. Ero armata di telecamera e di un microfono con filo: tutto molto diverso rispetto a oggi. Il cambiamento è avvenuto gradualmente. Un giorno, in redazione, c’era bisogno urgente di realizzare un servizio, ma nessuno era disponibile. Io ero lì e mi sono offerta senza pensarci troppo.
Da quel momento, ho iniziato a muovere i primi passi: ho lavorato per anni tra video e carta, crescendo un po’ alla volta senza mai fermarmi. Questo percorso mi ha portato a mettermi alla prova anche in altri ambiti, come i test drive, che ho avuto la fortuna di fare in diverse occasioni. È stato un viaggio fatto di tante esperienze che mi hanno permesso di trovare la mia strada”.
Come è stato il tuo primo test drive? E riguardo al blog, qual è stata la prima cosa che hai pubblicato?
“Il mio primo test drive non è stato con una vettura, ma con pneumatici. Ho partecipato a un test di sicurezza per capire l’importanza delle gomme invernali sulla neve. È stato un approccio interessante e un po’ diverso da quello che immaginavo.
Per quanto riguarda il blog, credo che il mio primo servizio sia stato con i Vigili del Fuoco. Non si trattava di auto da corsa, ma ricordo di essere andata in una caserma per scoprire il loro lavoro e i mezzi che utilizzano per prestare soccorso. Sono partita proprio con quel racconto. Da lì, ho continuato a pubblicare articoli e video, raccogliendo sempre tanto materiale e facendo tesoro di ogni esperienza.
All’epoca, però, i mezzi erano molto diversi da oggi. Non c’erano social e tutto era più macchinoso. Per esempio, per realizzare un video, dovevi scaricarlo dalla videocamera al computer, esportarlo nel formato giusto, montarlo con un programma specifico e solo dopo caricarlo su una piattaforma. Oggi basta un telefono per girare un video e caricarlo immediatamente sui social.
Questo cambiamento ha reso il lavoro molto più rapido: per farlo bene, devi essere completo/a, veloce e in grado di dare l’informazione in modo chiaro ed efficace, senza perdere tempo”.
Tu hai saputo adattarti ai cambiamenti molto velocemente. Sei partita con il blog, poi sono arrivati i test drive, le puntate di “She Motori”. Hai arricchito sempre di più il tuo canale. Ci hai raccontato l’inizio, ma ora: come si sta evolvendo la tua attività?
“In questi anni ho avuto la fortuna di provare tantissime auto e collaborare con molte realtà del settore. She Motori rappresenta una piccola nicchia del mio percorso, ma è una parte molto importante per me. Mi auguro di intraprendere ancora tantissime collaborazioni in futuro.
La cosa più affascinante del mondo dei motori è che ha mille sfumature. Non si tratta solo di testare veicoli, ma anche di incontrare persone straordinarie. Spesso si tratta di personaggi noti, ma al di là della fama sono prima di tutto persone, ed è sempre bello conoscerle dal vivo. Questi incontri rendono le interviste qualcosa di più: diventano esperienze che ti rimangono nel cuore.
Oltre agli ospiti del mio programma di Motorsport “Pronti Via”, che ormai va in onda da due anni, ho avuto il privilegio di vivere momenti unici. Ad esempio, intervistare un attore come Keanu Reeves in pista a Los Angeles, condividendo la passione comune per le motociclette. Oppure partecipare a eventi straordinari come la 24 Ore di Le Mans, che ti permette di entrare davvero nel cuore dell’ambiente sportivo”.
Con “Pronti Via” offri grandi messaggi, affiancata da personaggi straordinari che raccontano il motorsport, dalle sue origini fino a oggi.
“Loro sono una vera e propria enciclopedia vivente. Conoscono la materia in profondità e hanno vissuto in prima persona l’intera storia del motorsport. Per me rappresentano una risorsa preziosissima, e lo sono anche per chiunque voglia avvicinarsi a questo mondo. È sempre stimolante confrontarsi con loro e commentare gli eventi con estrema sincerità, il tutto in un contesto rilassato e informale, che rende il dialogo autentico e piacevole”.
Parlando del tuo ruolo come test driver, qual è stata l’auto che ti è rimasta più nel cuore?
“Dico sempre: la prossima. Ogni auto è unica, per il suo utilizzo, per il design, per la ricerca e l’innovazione che racchiude. Ogni modello ha qualcosa di speciale, e per mille ragioni mi incuriosisce sempre scoprire cosa porterà di nuovo il prossimo. Un aspetto che trovo particolarmente affascinante è la storia che si cela dietro il design di un’auto: ogni linea, ogni dettaglio racconta una visione, un’intenzione, e spesso riflette l’evoluzione di un’intera epoca”.
Se sarà la prossima. Quale delle auto che ancora non hai testato vorresti provare a breve?
“Non posso dirtelo. Dovete seguirmi per scoprire quali saranno i prossimi test che farò”.
Tre aggettivi per descriverti, Silvia.
“Domanda nuova per me, non me li ha mai chiesti nessuno. Allora, ti direi allegra, seria e curiosa”.
Torniamo a parlare di eventi. Hai partecipato a molti appuntamenti competitivi e fiere di settore. C’è un evento che non ti perdi mai e che ti ha emozionata a tal punto da volerci tornare sempre?
“Ogni manifestazione ha una sua magia e una storia particolare. Se parliamo di eventi legati al prodotto, ti dico che il Salone di Ginevra di qualche anno fa era davvero qualcosa di speciale. Ricordo le presentazioni stampa a cui partecipavo, con personalità come Montezemolo che parlava di innovazione e futuro. Inoltre, il Salone di Ginevra era esteticamente bellissimo: un luogo dove potevi curiosare tra tante vetture e incontrare tantissime persone del settore. Era senza dubbio l’evento d’eccellenza per chi ama le automobili. Non so se altri eventi, come per esempio il Salone di Tokyo, siano allo stesso livello, perché non ho mai avuto occasione di parteciparvi.
Per quanto riguarda gli eventi legati al Motorsport, al primo posto metto sempre La 24 Ore di Le Mans. È un’esperienza unica, che ti entra nel cuore. È un evento da vivere fino in fondo, tra i box, i paddock e la pista, con un’atmosfera intensa e senza paragoni.
Un altro evento che mi è piaciuto tantissimo è il Goodwood Festival of Speed. Lì hai la possibilità di incontrare piloti di auto e motociclette, vedere tantissimi modelli, e immergerti in un clima incredibile. È una vera festa dei motori, con un’energia unica.
Invece, per quanto riguarda la Formula E, devo dire che, pur avendola apprezzata, non mi ha lasciato un grande segno. La Formula 1, invece, ha un fascino ineguagliabile, ma oggi è diventata un evento quasi inaccessibile, difficile da vivere appieno come una volta.”
Che consiglio daresti a una giovane ragazza che desidera avvicinarsi a questo ambiente e intraprendere un’attività simile?
“Il consiglio che darei a qualsiasi ragazza interessata al mondo dell’automotive e del motorsport è di seguire quello che sente davvero di fare. Se senti che è la tua strada, portala avanti con dedizione, impegno e tanto sacrificio. È importante avere pazienza, perché i risultati non arrivano mai subito: ci vuole tempo, determinazione e la capacità di non arrendersi mai. Gli ostacoli e le difficoltà saranno sempre presenti, ma è fondamentale non fermarsi. La costanza e la passione sono ciò che fanno davvero la differenza. E poi, inutile negarlo, serve anche un pizzico di fortuna”.
Parliamo della tua attività di giornalista sportiva in un settore tradizionalmente maschile. Nel corso degli anni hai sicuramente notato un’evoluzione. All’inizio hai trovato delle difficoltà nel far valere la tua posizione come donna?
“Le difficoltà di cui parli non si trovano solo in questo settore, ma in tanti ambiti lavorativi. In generale, bisogna sgomitare per farsi strada. Tuttavia, penso che quando una donna è consapevole delle proprie capacità e crede nel proprio potenziale, deve andare avanti senza farsi scoraggiare e proseguire dritta per la propria strada.
Io credo che ci sia spazio per tutti, in ogni settore. La chiave è non sentirsi mai “arrivati”, ma continuare a crescere, imparare ogni giorno qualcosa di nuovo e mettercela sempre tutta.”
Chiacchierare tra donne di motori è il primo passo per dimostrare che l’unione fa la forza. Condividere questa passione e parlarne è fondamentale per dare coraggio a tante giovani ragazze che magari si sentono fuori posto in questo ambiente. Nel motorsport c’è spazio per tutti: le sue mille sfaccettature permettono a tutti e tutte di trovare il proprio angolo speciale.
“Pensa, nel corso degli anni ho incontrato tante donne che avevano paura di guidare o addirittura di prendere la patente. Eppure, guidare è qualcosa di meraviglioso: è uno dei pochi momenti della giornata in cui possiamo ritagliarci del tempo solo per noi, ascoltare un po’ di musica e dimenticare tutto il resto. Un consiglio, però: occhi sempre sul codice della strada. Quando siete in macchina, dimenticatevi del telefono. E sapete una cosa? Fare un corso di guida sicura è un’esperienza davvero importante. Può essere anche un’idea originale per un regalo di Natale. Pensateci!”
È vero! A proposito di corsi, mi dai l’assist perfetto per parlare di AWA. Sono stata ospite nel tuo programma “Pronti Via” per parlare dell’Associazione AWA. Cosa ne pensi di questo progetto e del corso per collaudatrici organizzato insieme alla Drive Experience Academy?
“Vi sostengo con entusiasmo! È un progetto davvero bello, che porta tanta energia positiva. Credo che sia fondamentale avere anche delle collaudatrici donne. È un mestiere affascinante e molto importante per il settore automobilistico. Alcune persone sono naturalmente più predisposte di altre a ricoprire questo ruolo. Esistono figure femminili nel mondo del motorsport, ma sono ancora troppo poche, pensiamo solo alla Formula 1 Academy. Vi faccio il mio più grande in bocca al lupo per questo progetto e vi invito a tenermi sempre aggiornata sugli sviluppi!”
Prima hai menzionato la F1 Academy, un campionato riservato esclusivamente a donne. Nel corso degli anni, abbiamo visto un crescente numero di ragazze avvicinarsi al mondo delle due e quattro ruote. Che ne pensi di questi campionati “total pink”?
“Li considero molto importanti e li approvo. Tuttavia, mi piacerebbe vedere anche un campionato misto. Non dovrebbe esserci disparità tra uomini e donne nel motorsport.”